Descrizione
Attraverso un accurato florilegio della consuetudine con i vini di Orazio, Guarini arriva a compiere un’operazione più complessa: restituendoci i piaceri dell’amicizia, della conversazione, dei conviti, ma anche le sottili- e controllatissime – ansie di morte del poeta venosino che, perciò, al vino sembra riservare una funzione lenitrice, se non liberatoria.